Con la progressiva revisione degli incentivi energetici, molte persone iniziano a chiedersi come funzionerà il Conto Termico 3.0 2026.
Anche se alcune regole definitive verranno chiarite solo con i decreti ufficiali, è possibile delineare uno scenario realistico basato sulle linee guida attuali, sugli obiettivi europei e sull’evoluzione del Conto Termico negli ultimi anni.
In questo articolo vediamo cosa è già certo, cosa potrebbe cambiare nel 2026 e come prepararsi per sfruttare al meglio l’incentivo.
Cos’è il Conto Termico 3.0 2026
Il Conto Termico è un incentivo gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che rimborsa parte delle spese sostenute per:
- interventi di efficienza energetica,
- installazione di impianti a fonti rinnovabili termiche.
A differenza delle detrazioni fiscali, il Conto Termico prevede un rimborso diretto sul conto corrente, generalmente entro 2–3 mesi dall’approvazione della pratica.
Conto Termico 3.0: cosa resterà anche nel 2026
Salvo modifiche sostanziali, nel 2026 il Conto Termico 3.0 dovrebbe continuare a incentivare:
- Pompe di calore (aria-aria, aria-acqua, geotermiche)
- Caldaie e stufe a biomassa certificate
- Solare termico
- Scaldacqua a pompa di calore
- Sistemi ibridi
- Building automation
- Interventi di efficientamento per Pubbliche Amministrazioni
È molto probabile che resti il principio cardine dell’incentivo:
sostituzione di un impianto esistente con uno più efficiente.
Cosa potrebbe cambiare nel Conto Termico 3.0 2026
1. Maggiore focus su pompe di calore
In linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione, il 2026 potrebbe vedere:
- incentivi più alti per pompe di calore elettriche,
- progressiva riduzione del supporto a tecnologie più inquinanti.
2. Requisiti ambientali più stringenti
È possibile che vengano introdotti:
- limiti più severi sulle emissioni delle caldaie a biomassa;
- requisiti minimi di classe energetica più elevati;
- controlli documentali più rigorosi da parte del GSE.
3. Maggiore integrazione con altri incentivi
Il Conto Termico 3.0 2026 potrebbe dialogare meglio con:
- Comunità Energetiche Rinnovabili (CER);
- incentivi regionali e locali;
- programmi di riqualificazione per condomìni e PA.
4. Digitalizzazione delle pratiche
È probabile un’evoluzione del PortalTermico del GSE con:
- procedure più automatizzate;
- caricamento documenti semplificato;
- riduzione degli errori formali.
Cosa probabilmente non rientrerà nemmeno nel 2026
Anche nel 2026 è molto improbabile che il Conto Termico incentivi:
- impianti fotovoltaici;
- batterie di accumulo elettrico;
- nuove installazioni senza sostituzione di impianti esistenti;
- caldaie tradizionali a gas per privati.
Per queste tecnologie resteranno valide altre agevolazioni.
Come prepararsi al Conto Termico 3.0 2026
Chi sta pianificando interventi nel medio periodo dovrebbe:
- verificare lo stato dell’impianto attuale;
- valutare soluzioni già compatibili con i criteri più avanzati;
- conservare tutta la documentazione tecnica;
- affidarsi a professionisti che seguano l’evoluzione normativa;
- considerare interventi combinati (pompa di calore + solare termico).
Prepararsi in anticipo significa ridurre tempi e rischi quando l’incentivo sarà attivo.
Tempistiche e risorse disponibili
Il Conto Termico ha un plafond annuo:
- 900 milioni € per i privati;
- 200 milioni € per le Pubbliche Amministrazioni.
Nel 2026 è probabile il mantenimento di questi tetti, con eventuali riallocazioni in base alla domanda.
Conclusione
Il Conto Termico 3.0 2026 si inserisce in un percorso già avviato verso l’efficienza energetica e la decarbonizzazione.
Anche se alcune regole verranno definite solo con i decreti ufficiali, è chiaro che l’incentivo continuerà a premiare interventi sostenibili, efficienti e ben documentati.
Chi si prepara oggi avrà un vantaggio concreto domani, sia in termini economici che operativi.
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FAQ – Conto Termico 3.0 2026
Il Conto Termico esisterà anche nel 2026?
Sì, salvo riforme strutturali, l’incentivo continuerà.
Il fotovoltaico sarà incentivato?
No, resterà escluso dal Conto Termico.
Cambieranno i requisiti?
Probabilmente sì, soprattutto in chiave ambientale.
Conviene aspettare il 2026?
Dipende: in molti casi conviene agire prima con regole già certe.



